Friday, 22 October 2010

Paul Mc Carty - The Pig Island

 
 
 
 
 
Pig Island è il nome della prima personale italiana di Paul McCarthy.
Dalla strada di fronte al settecentesco palazzo milanese, scorgiamo la prima opera “Static (Pink)” al centro di una stanza vuota di cemento. Soffermarsi sulla soglia per guardare dentro e fuori è destabilizzante. Un Bush zoofilo ci dà il benvenuto.
Avvicinandoci alla prima rampa di scale, che porta nei sotterranei, sentiamo grida, lamenti e orgasmi. 
L’atmosfera è surreale, inquietante e affascinante allo stesso tempo.
Nelle prime due stanze, due video. Saliva, vetri, pizzo e culi sono i concept.
Continuando il percorso, entriamo in una grande sala a gradoni, sempre in cemento. Le istallazioni video multicanale proiettano simultaneamente coltelli, piselli, tette e marionette. L’audio sovrapposto crea un unico suono violento.
Nel susseguirsi delle stanze ci imbattiamo in sedie falliche, sandwich in vetro e statue di cera. Ogni scultura suscita sensazioni carnali.
Arriviamo dall’alto nella grande sala riservata all’istallazione “Pig Island”. Scendendo le scale lo sguardo comincia a vagare. Ogni cosa cattura la mia attenzione in un carnevale di fast-food, sesso, cannibalismo, politica, gioco.
Nell’ultima sala un altro video: pirati assordanti e odiosi sono i protagonisti.
Una scala in salita ci porta diretti nel cortile interno dove a salutarci c’è una bottiglia di ketchup alta 15 metri, che alla luce del sole è tutt’altro che inquietante.
Un percorso fantastico, sogno e incubo in un solo momento, un susseguirsi di emozioni opposte e identiche.
A/W 10/11 FASHION SUGGESTION by ITALO4EVA

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